Molti terapeuti, alla fine della seduta di Terapia Breve, sono soliti prendersi una breve pausa di riflessione.
Questa pausa, che può durare 5-10 minuti, può svolgersi sia all’interno dello studio, dove magari il terapeuta prende appunti davanti al paziente o riflette su quelli presi durante la sessione, ma può prevedere anche che il terapeuta si allontani dalla stanza, rompendo quindi il contatto visivo.
Naturalmente il terapeuta avvisa il paziente dicendo che, appunto, prenderà una breve pausa per riflettere su quanto è stato detto durante la seduta, in modo da fare assieme delle considerazioni, ma dopo aver posto una domanda al paziente:
“C’è qualcos’altro che avevi in mente di dirmi? C’è qualcosa che ho dimenticato di chiedere e che dovrei sapere?”
Supponendo che il paziente dica di no – praticamente tutti i pazienti il più delle volte rispondono in questo modo – il terapeuta potrà prendere la sua pausa di riflessione.
Pausa di riflessione, qual è lo scopo?
La pausa di riflessione nella Terapia Breve centrata sulla soluzione ha origine nella storia della terapia sistemica e familiare dove i terapeuti lavoravano con un team che osservava la sessione di terapia dietro a uno specchio (puoi approfondire qui) a senso unico, ovvero, uno specchio che dal lato del paziente era semplicemente uno specchio, ma che dal lato degli specialisti risultava essere come un vetro.
Circa dieci minuti prima della fine della sessione, il terapeuta si ritirava per consultare i suoi colleghi su cosa dire e fare alla fine della sessione.
La fine della sessione, un momento cruciale
La fine della sessione, all’interno della terapia sistemica, è cruciale. Questo era infatti il momento in cui il team terapeutico formulava la tipologia di intervento da intraprendere, sovente incentrato su un compito.
Per molti terapeuti, il momento della consegna dell’intervento è situato al centro del processo del cambiamento, si tratta quindi di un momento molto delicato e importante.
Anche nell’ipnoterapia ericksoniana, che puoi approfondire qui, la pausa di riflessione è fondamentale.
Infatti, si era notato che i pazienti, durante questo momento, si trovavano in uno stato di maggiore attenzione, quasi una sorta di trance e, di conseguenza, erano maggiormente permeabili a una suggestione terapeutica.
Tuttavia, si devono fare due considerazioni:
- la maggior parte delle sessioni di Terapia Breve centrata sulla Soluzione non coinvolgono un team;
- i pensieri sull’induzione della trance sono marginali;
Su queste basi, allora, perché i terapeuti continuano a utilizzare la pausa di riflessione alla fine della sessione?
La risposta è semplice: è molto più facile, in questo modo, riflettere su quanto è stato raccontato durante la sessione dal paziente, senza dover interrompere per fare o rispondere a delle domande.
La pausa di riflessione, quindi, è un breve momento in cui il terapeuta mette insieme gli elementi chiave di ciò che il cliente ha detto durante la sessione di terapia in modo da fare un sunto della sessione stessa alla sua conclusione.
Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Esperto di Terapie Brevi,
Terapia a Seduta Singola
e Ipnosi