Nel post precedente abbiamo parlato della scala generale che viene utilizzata in quasi tutte le sessioni di Terapia Breve centrata sulla soluzione, tuttavia, non esiste solo una scala, ci sono diverse scale nella Terapia Breve con domande che possono essere adattate a pazienti particolari.
Diverse scale nella Terapia Breve, come fare una media
Nella scala generale il valore che attribuiamo al raggiungimento del futuro preferito dal paziente è un 10. In alcuni casi, però, quel futuro contiene numerosi elementi diversi tra loro.
La valutazione del paziente, quindi, si ottiene facendo una sorta di media dei progressi in rapporto a una serie di risultati preferiti.
Faccio un esempio. Poniamo che i 10 di un paziente nella prima seduta rappresentino l’acquisizione dell’indipendenza dalla propria famiglia, avere un lavoro, prendere lezioni di guida, acquistare una nuova auto, avere una ragazza e gestire le sue psicosi.
Nella seconda sessione si reputa più opportuno per il paziente separare queste diverse componenti, così paziente e terapeuta si impegnano in un processo di messa a punto di “multi-scanning” nel quale esaminano assieme ciascuno degli obiettivi con una scala separata.
Questi obiettivi possono essere incrociati in un secondo momento. Il risultato che se ne ottiene è significativo e si evidenzia la consapevolezza che il più piccolo progresso anche su una sola scala può avere un effetto positivo su tutte le altre.
La scala di fiducia
Dopo la scala generale, quella che più comunemente viene utilizzata è la scala di fiducia. In cosa consiste? In pratica si chiede al paziente di valutare la sua fiducia nel raggiungimento del suo futuro preferito con una scala da 0 a 10.
Il punto di forza di questa scala è che se qualcuno mostra di avere un po’ di fiducia gli si può domandare che cosa gli dia quella fiducia, cosa di se stesso e degli altri gli suggerisce che ci sia una possibilità di fare progressi.
Questo ha l’effetto di dare al paziente la possibilità di apportare cambiamenti che siano per loro positivi.
Se invece il paziente rivela di avere poca fiducia, il terapeuta può tenerne conto, per esempio, domandando al paziente come potrebbe sperare di affrontare tale situazione se le cose non dovessero migliorare.
Alcuni terapeuti pensano che sia utile presumere che se il paziente sostiene che la sua fiducia è inferiore a 5, questo significhi che ci sia una buona probabilità che non vi possano essere dei progressi e che quindi siano necessarie delle risposte a delle domande.
A questo punto si può richiedere una scala di risposta: 10 non puoi gestire la cosa meglio di così, 0 non puoi sopportare questa situazione per un altro minuto.
La terapia con le coppie
Con le coppie può essere un intervento efficace quando il terapeuta domandasse loro, a turno, di indovinare cosa pensano direbbe il partner. Per esempio una domanda tipo potrebbe essere: “Cosa pensi che dirà riguardo al punto in cui si trova la relazione ora?”, poi, rivolgendosi all’altro: “Ti chiederò dopo cosa ne pensi tu.”
Un’altra domanda tipo può essere: “Cosa pensi che dirà riguardo a quanto sia importante far funzionare questa relazione in una scala da 0 a 10?”
Potrebbero entrambi pensare di sapere cosa stia pensando il partner, ma quando sbagliano, il terapeuta chiede a quello col punteggio più alto che cosa sanno riguardo a quello che il partner non fa.
Le scale con i giovani
Di solito si menzionano le scale nella conversazione tra un terapeuta e il cliente, ma non ci sono limiti nell’uso delle scale. Per esempio, con i pazienti più giovani è molto utile e coinvolgente far disegnare loro la scala e il punto in cui si trovano in quel preciso momento.
La walking scale
Con i più piccoli si può utilizzare una “walking scale”, una scala tridimensionale. La scala può essere disegnata da una parete all’altra o creata con sedie e cuscini. I bambini devono quindi camminare fisicamente fino al punto che rappresenta i progressi compiuti.
Se partecipa l’intera famiglia, tutti devono muoversi sulla propria scala e il terapeuta, alla fine, potrà sommare i punteggi, o farli sommare direttamente al bambino, e fare una media.
Se vuoi approfondire l’argomento sulla scala leggi qui.
Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Esperto di Terapie Brevi,
Terapia a Seduta Singola
e Ipnosi