Come si svolge una seduta di Terapia Breve centrata sulla soluzione? Solitamente nella prima sessione si stabilisce o si cerca di stabilire quale possa essere l’obiettivo da raggiungere, quindi quale risultato si spera di ottenere grazie a questi incontri. Si cerca così di indurre a descrivere come potrebbe essere questo risultato e scoprire da quali basi si parte verso il raggiungimento dell’obiettivo .
Seduta di Terapia Breve centrata sulla soluzione, le domande chiave
Ci sono tre principali aree di interesse che vengono esplorate mediante tre domande chiave:
- Quali sono le tue migliori aspettative dai nostri incontri?
- Cosa pensi che cambierà nella tua vita se queste aspettative venissero soddisfatte?
- Cosa pensi sia già in atto che sia utile al fine di rendere reali queste aspettative?
Il terapeuta della Terapia Breve centrata sulla Soluzione, quindi, non dovrà discostarsi da questo schema se vorrà ottenere successo con questo approccio in breve tempo.
I diversi terapeuti hanno un loro ordine preferito per quanto riguarda la scelta tra la seconda o la terza domanda, in ogni caso la prima domanda è l’unica che deve essere posta in quell’ordine perché se non si conosce l’obiettivo a cui si vuole arrivare, non si può orientare la conversazione nella giusta direzione, quindi in base a esso.
Quando si è stabilito quale sia l’esito sperato, il terapeuta può concertare le basi, ossia cosa è già accaduto che possa risultare utile a costruire una solida base di partenza per iniziare a costruire un futuro migliore per il paziente.
Un altro terapeuta ancora potrebbe decidere di far descrivere al proprio paziente quale sia il futuro che desidera, quindi gli fa osservare il passato, la sua storia, da questo punto di vista che possiamo definire privilegiato.
Delle volte capita anche che fin dalla prima sessione il paziente faccia notevoli progressi.
Un caso emblematico fu quello di una madre disperata che portò il figlio solamente per riferire che aveva già fatto dei miglioramenti.
Il terapeuta iniziò proprio chiedendo al ragazzo cosa intendesse sua madre. Mezz’ora dopo il terapeuta aveva già stilato una lista con 40 miglioramenti che il ragazzo e sua madre avevano notato. Fu l’ultima seduta e la fine del lavoro del paziente.
Cosa vedremo nel prossimo articolo
Nel prossimo articolo inizieremo a descrivere il processo di quelli che sono gli aspetti pratici dell’approccio della Terapia Breve centrata sulla Soluzione.
Parleremo quindi di quali sono attualmente le nostre idee riguardo all’approccio e le sue pratiche, riportando anche degli esempi di casi realmente accaduti.
Di seguito, invece, andiamo a vedere un semplice sommario degli elementi fondamentali della Terapia Centrata sulla Soluzione attualmente praticata dai terapeuti.
Elementi fondamentali nella Terapia Breve centrata sulla Soluzione
Occorre, prima di soffermarci sugli aspetti fondamentali di questo approccio terapeutico, sottolineare che quelle che seguono non sono delle regole, bensì delle linee guida che il terapeuta può scegliere di seguire interamente o in parte.
- Inizio della sessione. Molti terapeuti vogliono iniziare il loro lavoro, come avviene con altri tipi di approccio terapeutico, con la conoscenza del paziente. Nella Terapia centrata sulla Soluzione, questa fase viene chiamata “problem-free talk” (discorso senza problemi), perché si vuole sottolineare l’interesse vero la persona, non verso il problema. Questa fase può essere considerata come facoltativa.
- Stabilire l’alleanza terapeutica. La Terapia Breve centrata sulla Soluzione è un approccio focalizzato sul paziente, è quindi fondamentale che il terapeuta scopra fin dal principio quello che il paziente desidera ottenere da quell’incontro. “Quali sono le tue migliori aspettative che hai da questo tipo di lavoro?” Questa è la domanda sviluppata dal BRIEF.
- Descrizione del futuro desiderato. Dopo aver stabilito quali siano gli obiettivi del paziente, nella fase successiva lo si invita a descrivere a modo suo, quindi con linguaggio quotidiano, il raggiungimento delle sue migliori aspettative. La “Tomorrrow Question” (domanda del domani), come viene chiamata, è la seguente: “supponiamo che tu abbia raggiunto le tue aspettative da un giorno all’altro, cosa faresti domani?” Questa è la domanda più utilizzata al BRIEF.
- Identificare i casi di successo che si stanno già verificando. Una volta che il paziente ha descritto il suo futuro ideale nel dettaglio, il terapeuta dovrà cercare i segni che indicano che quel futuro sta già iniziando a realizzarsi nella vita del paziente, segni che possono appartenere sia al presente che al passato. Tutto il lavoro che viene fatto o che è stato fatto, è finalizzato al raggiungimento di quel futuro ideale. Le Scaling Question, puoi vedere qui in cosa consistono, sono spesso utilizzate per consentire ai pazienti di valutare i loro pregressi. In questa ipotetica scala, 10 equivale al pieno raggiungimento dell’obiettivo stabilito; supponendo che si trovino già oltre lo 0 (o che lo siano stati prima), si da loro la possibilità di descrivere ciò che già stanno facendo e di verificare quali siano quali possano essere i segnali di un piccolo progresso nel futuro.
- Fine della seduta. Poco prima della fine della seduta il terapeuta potrebbe fare una pausa per riflettere su quello che ha detto il paziente e se possa aver detto qualcosa di utile. Quindi, il terapeuta riassume la seduta, riconosce con cosa il paziente abbia lottato ed esprimendo apprezzamento verso le aspettative che sono state indicate, e anche per eventuali successi che potrebbero già avere avuto luogo.
Lo scopo è quello di mettere in evidenza qualsiasi cosa il paziente abbia detto che possa essere di aiuto a fare ulteriori progressi.
Sessioni di follow-up
Nelle successive sessioni, dalla seconda in poi, si seguono i progressi del paziente verso il raggiungimento del loro futuro ideale.
Di solito la domanda iniziale è “Cosa c’è di meglio rispetto al nostro ultimo incontro?” come se il terapeuta stesse iniziando l’incontro partendo dal punto 4 che abbiamo visto prima.
Solitamente non è necessario andare ad analizzare quali siano le “migliori aspettative” o il “futuro desiderato”.
Il terapeuta, spesso, rivisita la scala in modo da poter accertare i progressi compiuti dal paziente e per trovare delle vie per consolidarli e amplificarli.
Nel caso in cui i pazienti non segnalino alcun progresso, o che le cose stiano peggiorando, il terapeuta ha numerose opzioni tra cui l’utilizzo di Coping Question per gestire il problema e cercare delle eccezioni.
Nel prossimo post andremo ad analizzare le caratteristiche dell’intervista centrata sulla soluzione, si entrerà così all’interno del processo di questo tipo di approccio. Se vuoi ulteriori informazioni sulle caratteristiche della Terapia Breve centrata sulla soluzione, invece, leggi qui.
Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Esperto di Terapie Brevi,
Terapia a Seduta Singola
e Ipnosi
Bibliografia
George, E., Iveson, C. and Rather, H. (1999) Problem to Solution: Brief Therapy with Individuals and Families. London: Brief Therapy Press.