Team coaching

Il modello delle consulenze di gruppo o, per dirla in Inglese, di team coaching, è molto simile a quello per le famiglie. Non si tratta di una formula rigida, tuttavia è probabile che vi sia un punto di partenza “predefinito”.

Team coaching, come si lavora in gruppo

Se il gruppo è abbastanza piccolo, verrà chiesto a ogni membro, a turno, di esprimere quali siano le sue migliori speranze per il gruppo stesso (o qualsiasi sia l’argomento dell’ordine del giorno), come si realizzerebbero se si manifestassero la mattina seguente e quali eventi del recente passato potrebbero provare che il risultato sperato è possibile.

Se invece il gruppo fosse troppo grande per un approccio individuale come quello appena descritto, si potrà ricorrere a degli esercizi strutturali per gruppi più piccoli. A ogni gruppo si può così chiedere di elencare 20 piccoli segnali di un “miracolo” che avverrebbe nei primi dieci minuti del giorno successivo.

Il quadro generale sarà il risultato della preferenza dei più, ma non solo, sarà anche quello più fattibile e desiderabile.

Esercizi efficaci e le scale

Un esercizio efficace per un gruppo grande consiste nel far dire a ciascuna persona che cosa apprezza della propria organizzazione. Laddove critiche e lamentele sono ormai la norma, questo semplice esercizio può avere un forte effetto.

Tra tutti gli strumenti focalizzati sulla soluzione, le scale forniscono il contesto più flessibile e creativo per lo sviluppo del gruppo. Infatti, possono essere utilizzate per affrontare qualsiasi aspetto della funzione o del funzionamento del team, consentendo di dare risposte individuali, ma senza frammentarne l’identità.

Le scale (puoi trovare approfondimenti qui) consentono anche di esprimere chiaramente l’entità delle difficoltà, ma lo fanno sotto forma numerica e non con un elenco di critiche. Con la loro struttura, che si basa sulle aspirazioni, 10 è una rappresentazione positiva, suscitano ancora una volta speranza e possibilità.

Tutte queste tecniche e strutture di conversazione possono essere utilizzate sia con gruppi di successo, che vogliono quindi arrivare in cima, sia con gruppi che falliscono e che vogliono rimettersi in gioco.

Con i primi ci può essere maggiore enfasi sui successi passati, mentre con gli altri ci si può concentrare maggiormente sulle definizioni di un futuro di maggior successo, ma non vi sono regole rigide.

Un esempio pratico

team coaching

In un team in cui molti membri non esprimevano critiche per paura di rappresaglie, il consulente aveva utilizzato numerose scale per affrontare le complesse problematiche che il gruppo doveva affrontare.

Per proteggere coloro che temevano a esprimere la loro opinione, aveva chiesto a ogni persona di non rivelare il numero effettivo su ogni scala. Questa era l’unica differenza.

Erano quindi state poste le stesse domande che sarebbero state fatte se avessero rivelato la posizione sulla scala: “Cosa vi fa collocare nel punto che avete scelto piuttosto che in uno più in basso?” e “Se vi spostate verso l’alto di un gradino, cosa ci sarebbe di diverso?”

Questo ha consentito a tutti i membri del gruppo di parlare senza timore e questo ha prodotto un significativo aumento del livello di sicurezza percepito dai membri del team e l’inizio di un circolo virtuoso verso dei livelli di performance accettabili.

Approccio orientato alla soluzione

I gruppi che desiderano ridurre e sfruttare al meglio i loro tempi d’incontro, troveranno ispirazione anche in un approccio orientato alla soluzione. Stabilire un risultato concordato per ciascun incontro farà molto per evitare perdite di tempo.

Per esempio, in vista dell’incontro, informarsi sulle migliori speranze di ciascun membro, potrebbe portare a un accordo comune sul fatto che prendere una buona decisione sulle conoscenze a disposizione sarebbe un risultato desiderabile.

In un incontro concernente la protezione dell’infanzia, informarsi su quali conoscenze specifiche sarebbero rilevanti, potrebbe portare a tre aree di conoscenza: informazioni di ricerca sui fattori di rischio e sicurezza nella cura dell’infanzia, informazioni sul comportamento a rischio e informazioni sui segnali di sicurezza.

Questo potrebbe sembrare fin troppo ovvio, ma nella pratica, in incontri di qualsiasi tipo, viene dedicato più tempo all’esplorazione dei problemi che non all’analisi delle risorse e delle possibilità.

Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Esperto di Terapie Brevi,
Terapia a Seduta Singola
e Ipnosi

 

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