Una domanda critica sulla Terapia Breve centrata sulla soluzione è quella che pone l’attenzione sul fatto che sia o meno una forma di problem-solving. La risposta dipende, in buona parte, da chi la pone.
Se alla fine del percorso terapeutico ci rivolgessimo ai pazienti più riconoscenti, con tutta probabilità sarebbero d’accordo nel considerare la Terapia centrata sulla soluzione come forma di problem-solving.
Terapia centrata sulla soluzione come problem-solving secondo il paziente
Se i pazienti dovessero raccontare la loro esperienza direbbero che si sono recati dal terapeuta perché turbati da un qualche problema, molto probabilmente senza avere una visione del futuro sperato in mente o con una impellente “migliore speranza”, e nel corso della terapia hanno trovato un modo per risolvere la loro difficoltà.
La maggior parte dei pazienti è relativamente disinteressata al particolare approccio del terapeuta, quello che a loro interessa è ottenere un sollievo al proprio disagio e quando lo ottengono il problema viene considerato risolto.
Il punto di vista del terapeuta
Se questo è, in generale, il punto di vista del paziente, quello del terapeuta dà molta importanza al tipo di approccio. C’è infatti differenza notevole tra le definizioni “problem-solving” e “solution-building”. Nel primo caso si cerca di risolvere un problema, nel secondo di costruire una possibile soluzione.
Il significato esteso, effettivamente, ha fatto sì che in principio i terapeuti con approccio tradizionale abbiano espresso l’opinione che la Terapia Breve centrata sulla Soluzione sia inappropriata, se non addirittura immorale e possibilmente pericolosa.
Di sicuro non hanno considerato questo approccio come una diversa modalità di “soluzione dei problemi”. Si sono concentrati sulle chiare e lampanti evidenze e si sono domandati come i terapeuti centrati sulla soluzione possano sperare di portare un cambiamento duraturo senza fare ciò che i terapeuti con approccio tradizionale hanno sempre fatto per affrontare il problema.
Approccio orientato alla soluzione
Al centro dell’approccio orientato alla soluzione c’è il paziente che viene invitato a descrivere in modo dettagliato un quadro della sua vita nel momento in cui le sue migliori speranze si sono realizzate e tale quadro non è incentrato sul problema che ha portato il paziente in terapia.
Se guardiamo le cose da questa prospettiva non sembra esservi una connessione diretta tra il problema e la sua soluzione.
Per fare un esempio, ipotizziamo che una paziente si rechi in terapia a causa del troppo stress causato dal lavoro.
Viene quindi invitata a notare i giorni in cui si sente meno stressata e si rende conto che sta meglio quando fa una pausa pranzo invece che pranzare alla scrivania.
Un approccio orientato alla risoluzione dei problemi, normalmente, si concentrerebbe sulle cause dello stress nella vita della paziente e la inviterebbe a fare qualcosa a riguardo, qualunque cosa essa sia.
Il terapeuta centrato sulla soluzione, invece, potrebbe suggerire al paziente di sperimentare la pausa pranzo ogni giorno e di fare attenzione alla differenza.
Per dirla in altre parole, la Terapia Breve centrata sulla Soluzione, incoraggia il paziente a prestare attenzione quegli elementi che sono già presenti nel suo futuro preferito (approfondisci qui l’argomento) e a fare più cose di quel tipo.
Questo tipo di processo è sostanzialmente e significativamente diverso e merita una differente descrizione per mettere in luce tale differenza.
Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Esperto di Terapie Brevi,
Terapia a Seduta Singola
e Ipnosi